Terapia infiltrativa dell’anca ecoguidata
Di cosa si tratta
L’anca è l’articolazione che unisce la testa del femore con il bacino, scarica il peso del tronco sugli arti inferiori ed è purtroppo la seconda delle articolazioni in ordine di frequenza ad essere colpita da artrosi. L’artrosi è una malattia degenerativa, irreversibile e progressiva che colpisce la cartilagine articolare.
In caso di artrosi di anca parliamo di coxartrosi.
I sintomi principali sono dati da limitazione funzionale, una rigidità articolare che migliora con il movimento e dolore che si localizza nella regione inguinale . Spesso si irradia alla regione glutea, trocanterica ed anteriore del ginocchio e regredisce con il riposo. Colpisce un italiano su quattro prediligendo il sesso femminile, ed a seconda dell’età di insorgenza e delle condizioni generali parliamo di artrosi Primaria , che colpisce soprattutto persone oltre i 60 anni, ed artrosi secondaria colpendo una fascia d’età che varia dai 40 ai 60 anni.
Nelle fase iniziali dell’artrosi terapia medica, ginnastica e calo del peso corporeo sono molto utili ma con l’aggravarsi dei sintomi si giunge poi alla sostituzione protesica.
Una buona soluzione intermedia è data invece dalle infiltrazioni intrarticolari eco guidate. A seconda dell’effetto che si intende ottenere si procederà alla scelta tra i diversi componenti a disposizione. Ad esempio una miscela di corticosteroidi ed anestetici locali iniettati nella cavità articolare garantiscono un immediato sollievo al paziente andando a ridurre l’eventuale versamento articolare e controllando bene il sintomo a breve termine, andando così a garantire un buon recupero funzionale.
Mentre un discorso diverso viene fatto per quanto concerne l’utilizzo dell’ acido ialuronico (HA) il cui impiego non si limita solo sulla diminuzione della sintomatologia dolorosa, ma anche ad effetto di viscosupplementazione, ossia lubrificazione dell’articolazione stessa.. In effetti l’acido ialuronico è una molecola che viene sintetizzata dalle cellule sinoviali, che oltre ad essere responsabile delle proprietà viscoelastiche del liquido articolare, contribuisce ai meccanismi di lubrificazione nelle condizioni di carico e protegge parzialmente il tessuto dalla penetrazione di cellule infiammatorie. Infatti molti studi hanno documentato che nei pazienti artrosici il liquido sinoviale è poco viscoso a causa della diminuzione di acido ialuronico (HA) e pertanto la sua infiltrazione in articolazione consente di migliorare immediatamente le proprietà del fluido . Pertanto i suoi maggiori benefici a fronte di pochi e rari effetti collaterali è sicuramente uno dei fattori predisponenti per la scelta di questa tecnica. Ma essendo l’anca un articolazione profonda, l’unica certezza per effettuare un ‘infiltrazione articolare è dato dall’utilizzo di una guida ecografica., altrimenti diversamente solo il 5% verrebbe eseguita correttamente. La procedura prevede che il paziente sia disteso, sull’area interessata viene utilizzato un’anestetico locale in spray, insieme con la guida ecografica viene associato anche un doppler che visualizza i vasi sanguigni durante l’esecuzione dell’infiltrazione, in modo tale da poterli evitare.
Come si fa una infiltrazione all’anca?
Per l’infiltrazione servono all ‘incirca 5 minuti, dopo aver utilizzato la spray come anestetico viene disinfettata la cute, si posiziona correttamente la sonda ecografica e si introduce un ago spinale da 20 gauge accoppiato alla sonda ecografica avendo così la certezza di effettuare correttamente l’infiltrazione e vedere così anche la corretta distribuzione del farmaco.
La procedura non risulta particolarmente dolorosa e subito dopo averla effettuata si potrebbe avvertire una sensazione di pesantezza che dipende dal tempo che impiega l’acido ialuronico per di distribuirsi all’interno dell’articolazione , così come può comparire un ematoma nell’area infiltrata che scompare nel giro di pochi giorni.
Per ottenere il massimo risultato dalla procedura infiltrativa non basta un’unica infiltrazione, ma ne occorrono 2 che andranno poi ripetute nell’arco i sei mesi.
testo a cura di:
Vincenzo Palmieri e Maria Di Pietro